I videogiochi o videogame

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I videogiochi sono un particolare tipo di software sviluppato sia per dispositivi digitali dedicati - le cosiddette console - che per dispositivi digitali multiuso - computer, tablet e smartphone - al fine di intrattenere persone di qualsiasi età, con l’avvertenza che esistono videogiochi per tutti ma non tutti i videogiochi sono adatti ai minori, anzi una gran parte è riservata al solo pubblico adulto.

Questa descrizione potrebbe apparire riduttiva se messa a confronto con le definizioni di videogioco che sono state elaborate dagli studiosi e dagli esperti di questo nuovo medium, tuttavia evidenziare la componente software dei videogiochi non esclude altre e più complete definizioni.

Generalmente il software è un prodotto strumentale, ovvero viene utilizzato per portare a termine o per facilitare la realizzazione di determinati compiti, come ad esempio gestire la contabilità aziendale, far atterrare un aereo di linea, elaborare un testo, montare un video, inviare dati, pubblicare e visualizzare o ascoltare contenuti mediali, consentire le comunicazioni.

Il videogioco invece non è un software strumentale in quanto offre all’utente un’esperienza d’uso fine a se stessa.

In altre parole, il software “videogioco” viene installato ed eseguito sui dispositivi digitali per far vivere al consumatore un’esperienza dalle caratteristiche peculiari, che per alcuni aspetti si avvicina all’esperienza cinematografica - se non altro perché ci sono inquadrature - ma che nel complesso è profondamente diversa e innovativa.

Considerare il software come la componente principale del videogioco consente di evidenziare sia le altre componenti, ovvero immagini, filmati, testi e suoni, sia la strumentalità del codice software nel gestire questi contenuti, ad esempio nelle animazioni.

Nei videogiochi moderni le componenti grafiche, audio e video hanno acquisito un’importanza sempre maggiore, tuttavia nei primi videogiochi queste componenti erano quasi del tutto assenti poiché le dinamiche di gioco poggiavano su contenuti testuali e semplici elementi grafici elaborati direttamente dal codice software. Il software caratterizza l’essenza dei videogiochi poiché definisce le dinamiche del gioco, gli input dell’utente e gli output a schermo.

Le caratteristiche software del videogioco ne hanno condizionato l’evoluzione, che è strettamente legata agli sviluppi dell’informatica e all’evoluzione tecnologica dei dispositivi digitali.

Poiché i videogiochi sono in genere affamati di risorse computazionali, in particolare a livello grafico, l’espansione del mercato videoludico ha spinto i produttori hardware verso soluzioni innovative appositamente studiate per i videogiochi e in grado di garantire prestazioni sempre maggiori. Nella produzione hardware si è quindi determinata una tendenza al trasferimento tecnologico dal settore dei videogiochi ad altri settori informatici.

Essendo lo sviluppo software tanto più efficace quanto più calibrato sull’hardware, per raggiungere le migliori prestazioni lo sviluppo di videogiochi era generalmente effettuato su hardware dedicato. Non è un caso che la diffusione di massa dei videogiochi sia iniziata con le cosiddette “coin-op” (ovvero i videogiochi a gettone delle sale giochi) e sia proseguita con la commercializzazione delle console game.

A partire dalla commercializzazione della prima console nel 1972, lo sviluppo di console game sempre più potenti ha determinato dei salti di prestazione articolati in generazioni hardware giunte ormai alla nona (con Playstation 5 e Xbox Series X), ma soprattutto ha comportato uno stretto legame tra le piattaforme hardware e i videogiochi. In pratica, acquistando un determinato hardware si poteva accedere a una libreria dedicata di videogiochi e solamente a quella.

Con la crescita di potenza e standardizzazione degli hardware e con l’evoluzione dell’informatica che ha introdotto strumenti di sviluppo software sempre più innovativi e multipiattaforma, il legame tra hardware dedicati e videogiochi è diventato sempre meno stringente.

In altre parole, mentre in passato c’erano ragioni tecniche che legavano determinati videogiochi a determinate piattaforme oggi i videogiochi sono generalmente sviluppati con strumenti multipiattaforma, per cui il legame con hardware dedicato è diventato quasi esclusivamente una questione di marketing.

Attualmente, lo stesso videogioco può essere fruito sia attraverso hardware dedicato - le console - sia attraverso hardware generico - computer, tablet e smartphone - sia attraverso servizi di streaming.

Restano ovviamente determinanti le differenze prestazionali dei vari tipi di hardware, per cui videogiochi che richiedono grandi risorse computazionali possono esprimersi al meglio sui Personal Computer specializzati di fascia alta, garantire discrete prestazioni sulle console ed essere fruiti in streaming su tablet e smartphone.

In estrema sintesi, la specificità delle console per videogioco è oggi data dalla loro semplicità d’uso e dal minor costo hardware rispetto a un PC specializzato di pari prestazioni, mentre le librerie di videogiochi in esclusiva hanno sempre meno senso, soprattutto dal punto di vista degli sviluppatori e degli editori per i quali sta diventando antieconomico limitare la diffusione multipiattaforma dei loro prodotti migliori.

La produzione e distribuzione di videogiochi è sempre più incline a seguire le tendenze del settore software in generale, ad esempio con l’espansione delle piattaforme di distribuzione digitale e dei servizi software o “Software as a Service”.

I videogiochi, sebbene soggetti ai principi e alle regole dello sviluppo software, svolgono una funzione mediatica e culturale sia direttamente che in simbiosi con l’ecosistema dei social media, in particolare YouTube e Twitch.

Come altri software orientati alla comunicazione e all’informazione il videogioco è un medium, ossia un mezzo in grado di veicolare messaggi.

Innanzitutto, il videogioco si avvale di componenti audio, video, grafiche e di testo che hanno un potenziale comunicativo e artistico intrinseco. Inoltre, nel videogioco si possono manipolare i suddetti elementi in modi inediti e innovativi che vanno oltre la semplice somma delle parti. Infine, nel videogioco si aggiunge ai suddetti elementi (grafici, testuali, audio e video) un’altro stimolo percettivo: il movimento del videogiocatore ovvero il cosiddetto “gameplay”.

Che si tratti di cliccare un pulsante in modo rilassato, frenetico, preciso, in modo continuo o intermittente, contemporaneamente ad altri pulsanti, in risposta a uno stimolo visivo, uditivo e tattile - i controller sono dotati di feedback - oppure che si tratti di interagire con l’ambiente di gioco attraverso movimenti delle mani e della testa nei sistemi videoludici di realtà virtuale, le potenzialità comunicative insite nel videogioco sono impressionanti.

L’insieme di tutti questi elementi - software, grafici, testuali, audio e video - unita all’azione del videogiocatore che genera o altera questi stimoli - il gameplay - costituisce il linguaggio dei videogame.

Una delle caratteristiche principali del linguaggio dei videogiochi, che resta in gran parte un territorio di studio ancora da esplorare - con i cosiddetti “game studies” - è la sua poliedricità, infatti il videogioco possiede un linguaggio molto articolato che cambia radicalmente a seconda delle tipologie di videogioco.

Nei videogiochi si spazia dai mondi virtuali tridimensionali liberamente esplorabili o edificabili a prove di abilità che coinvolgono riflessi o capacità intellettive, da videogiochi con decine di personaggi e milioni di parole tra dialoghi e testi scritti a videogiochi multigiocatore dove ci si sfida in competizioni sportive con tanto di punteggi e classifiche internazionali, da videogiochi che affrontano tematiche molto impegnative ai cosiddetti “casual games” dove basta cliccare periodicamente qualche icona per sentirsi gratificati.

Questa poliedricità del videogioco in quanto medium è una delle ragioni per cui non esiste ancora una classificazione univoca e omnicomprensiva, né un unico strumento di analisi che sia in grado di soddisfare completamente le esigenze teoriche degli studiosi.

Da un’altra prospettiva l’impatto mediatico e culturale dei videogiochi sulla società nel suo complesso non è ancora tangibile, ma appare molto forte sulle giovani generazioni e sulle subculture giovanili.